domenica 6 novembre 2011

Un terrazzo, il terrazzo



C’era chi guardava il mondo da un oblò e c’è chi lo fa da un terrazzo. 
Quasi tutti hanno un terrazzo, chi “personale” chi condominiale. Io sul mio ci passo solitamente momenti tristi. Ovviamente non immaginatemi li ogni sera, ci salgo solo quando la mia camera si fa troppo stretta, quando i pensieri affollano rabbiosamente il mio cervello e quando non ho voglia di vestirmi e guidare per uscire a prender aria. In questi casi il terrazzo mi vien in soccorso.

 Il mio non è un bel terrazzo, nel senso che non è curato, arredato con sedie e tavoli da esterno, non è neanche il luogo dove mia madre stende i panni. E’ l’unica parte della casa che effettivamente tutti snobbano, tranne me. Mio padre forse non ci è mai salito o per lo meno, da che  ho memoria, non penso di averlo mai visto li. Mia madre ci sale solo per venirmi a cercare quando non mi trova in camera. Il nostro è trascurato e ci sono alcuni scarti di piastrelle mai utilizzate, e  non so perché siano li. D’altronde non  l’ho mai chiesto. 

Fatto sta che proprio perché li non ci sale mai nessuno, ne ho fatto uno dei miei luoghi preferiti. Quando ci vado lo faccio per riflettere in tranquillità e  per osservare il paese e, di riflesso, i miei problemi da un altro punto di vista. Mediamente, non è che la cosa mi aiuti particolarmente perché vedo, sì, le macchine più piccole ma le mie preoccupazioni un po’ meno! Ma non ci si possono mica aspettare miracoli da un terrazzo! No? Credo che nonostante tutto io continui ad andarci perché li nessuno mi può guardare e invece io guardo tutti. Vedo i vicini che escono, le macchine che partono, sento le risate della vicina e il pianto della piccolina accanto, appena nata. Sento a volte, urla e litigi. Tutti i suoni però arrivano alle mie orecchie appena distinguibili, ammorbiditi dalla distanza. E tutto, anche le urla, appaiono piacevoli. E il paese mi sembra immobile. Come se non ci fosse nessuno. Voi vi eravate mai accorti che i lampioni possono avere due colori diversi? Io l'ho notato proprio oggi. La luce che emettono può essere bianca o rossiccia. Quelli della  mia via ad esempio, sono bianchi. Non mi piacciono tanto, effettivamente. Sarebbe meglio averne di rossi, perché… perché non lo so esattamente, non so come spiegarvelo, forse perché le luci bianche sono troppo forti, troppo precise, illuminano con troppa austerità, mi sembrano troppo severe, invece le rosse mi appaiono più accomodanti, più dolci, non sono superbe come le bianche. Illuminano ma al contempo, nascondono un po’. 

Immagino che queste mie considerazioni vi possano apparire assurde. E perché darvi torto? D’altronde anche io non ho mai sentito nessuno disquisire sulle luci dei lampioni...e poi parliamo solo di un banale terrazzo.

St.efania,
come disse una volta qualcuno..... luci ed ombre.

2 commenti:

  1. Bello Stefy,penso che tutti noi abbiamo un posto tutto nostro dove amiamo rifugiarci ogni tanto.
    Baci tua Lilly

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