All’aeroporto la settimana scorsa. Entro dal giornalaio e scelgo di comprare “Elle” per allietare l’attesa. Cosa trovo scritto sulla copertina? “Moda yeti chic”. Ora, io pretendo che qualcuno mi spieghi cosa diavolo è questa “ moda yeti chic”. I signori giornalisti di Elle mi devono assolutamente dire cosa ci fa la parola YETI nella stessa frase con MODA e CHIC. Ditemelo!
E siamo solo alla copertina! Incomincio a sfogliare le pagine e, momentaneamente inebriata la profumo J’adore di Dior (ne era stato evidentemente spruzzato un po’ sulle pagine della pubblicità, quella sì, veramente chic!) , arrivo finalmente a pagina 328 e la sorpresa continua. Leggo inaspettatamente testuali parole “ Wild woman. Che si muove goffamente ( e ci credo, con tutto quel pelo!) tra la folla della città ( magari facendo anche scappar via molti cittadini!). Che dà un calcio all’aria mossa da un impulso animale ( e tra “aria” e “mossa” ci sarebbe stata bene anche una virgola, tra tutto quel pelo!).Che va in giro a piedi nudi come una drop out(?).Che se ne infischia di convenzioni e bon ton ( e ci credo: è uno yeti!). E sceglie uno STILE “PELOSO” (mia risata!) che mixa senza inibizioni visone, piume,volpe,maglia e faux fur ( quindi un mix di mammiferi e volatili). ( E qui arriva il bello) CANDIDANDOSI A DIVENTARE LA PRIMA YETI METROPOLITANA DELLA STORIA.
(Silenzio.)
Parole queste del vice direttore moda di Elle.
Ma veramente c’è bisogno che continui? Per quanto mi riguarda il mio articolo potrebbe tranquillamente finire qui.
Continuo a sfogliare le pagine del servizio fotografico e leggo “ FRANGE ANIMAL INSTINCT,PATCHWORK SAUVAGE, STRATI BESTIALI, RAGAZZA SELVAGGIA, ZOO COTURE”. Ma vi rendete conto? Io vorrei capire se veramente il sig. Zanoletti pensa ciò che scrive. E il problema è che molti grandi nomi della moda hanno contribuito a vestire queste povere modelle, sicuramente accaldate per via di cotanto pelo. D&G, Martin Margiela, Fendi e anche Chanel. Ora, non che io voglia polemizzare a tutti i costi, ma immagino la faccia della sublime Gabrielle, la immagino mentre si rivolta nella tomba e tutto questo perché il sig. Karl ha deciso di rivestire quelle povere ragazze tutt’ossa di pelo.
C’era un tempo in cui la donna elegante era leggera, dalla silhouette slanciata, raffinata e gentile invece ora la donna è chic come uno yeti. Rifletteteci.
St.efania
ARTICOLO PUBBLICATO SU www.luukmagazine.com