Probabilmente lo indossava Pasolini. Moravia forse no, era un po’ troppo anziano.
Ma sicuramente lo indossavano la maggior parte degli studenti sessantottini.
Il mio professore di Letteratura Italiana potrebbe averne uno nascosto nell’armadio tra le sue giacche e cravatte d’ordinanza.
Di cosa parlo? Dell’Eskimo.
Must have di questa stagione e anche un po’ di quella scorsa, l'Eskimo non è altro che la rivisitazione del famoso giaccone che gli studenti sessantottini indossavano durante le lunghe giornate di proteste anti-autoritarie, anti-imperialiste, anti-capitaliste, durante quegli anni di rivoluzione culturale anti-istituzionale.
L’originale capo di fine anni Sessanta era verde militare, nero, marrone o blu; adesso il fashion system ha deciso di attingere dagli archivi fotografici dell’epoca per trasformarlo e reinventarlo.
Oggi ce ne sono di tutti i tipi, rosa shocking, verde smeraldo, arancione, rosso e check.
Nasce così il Minieskimo. Un capo che io trovo bellissimo e funzionale.
Lo si può utilizzare in pieno inverno (è caldissimo) ma sfoderandolo diventa indossabile anche in primavera, soprattutto se si opta per un colore vivace.
E' stato riproposto per questa stagione invernale in arancione e devo ammettere che, malgrado non sia assolutamente tra i miei colori preferiti, ha il suo perché!
Come mai son finita a parlare dell’Eskimo e del ’68? Vi spiego.
Qualche giorno fa, mercoledì 1 Dicembre, ero a Bari per “ imbucare lo statino” (metodo ottocentesco per prenotarsi agli esami, d’altronde a noi studenti di Lettere piace mantenere le tradizioni!).
Arrivo nei pressi del mio Ateneo e vedo striscioni, ragazzi con gli altoparlanti in mano, sento le loro urla, bloccano il traffico, sono fermi al centro della strada e protestano contro la riforma della Gelmini.
Le porte dell’università sono chiuse con catene, qualche ragazzo è barricato dentro, nessuno entra, nessuno esce.
Tutto questo, per dirvi cosa?
Per dirvi che in treno, sulla via del ritorno, ho ripensato ad un libro che avevo studiato tempo fa per un esame di Letteratura Italiana, ho pensato al fatto che le scene di quella mattina mi avevano riportato alla mente quello che il mio professore, a lezione, ci descriveva come un’"UTOPIA CONCRETA”, ossimoro, questo, che secondo lui rendeva al meglio la situazione di quei tempi.
Ho ripensato ai miei compagni d’università, li ho immaginati tutti con l’Eskimo addosso, donne e uomini, li ho immaginati a colori, non in bianco e nero e mi sono resa conto di come il tempo passa, ma i problemi ritornano sempre uguali a loro stessi, solo con delle varianti.
I sessantottini di oggi? Con l’I pad in mano e un eskimo colorato addosso!
Ma sicuramente lo indossavano la maggior parte degli studenti sessantottini.
Il mio professore di Letteratura Italiana potrebbe averne uno nascosto nell’armadio tra le sue giacche e cravatte d’ordinanza.
Di cosa parlo? Dell’Eskimo.
Must have di questa stagione e anche un po’ di quella scorsa, l'Eskimo non è altro che la rivisitazione del famoso giaccone che gli studenti sessantottini indossavano durante le lunghe giornate di proteste anti-autoritarie, anti-imperialiste, anti-capitaliste, durante quegli anni di rivoluzione culturale anti-istituzionale.
L’originale capo di fine anni Sessanta era verde militare, nero, marrone o blu; adesso il fashion system ha deciso di attingere dagli archivi fotografici dell’epoca per trasformarlo e reinventarlo.
Oggi ce ne sono di tutti i tipi, rosa shocking, verde smeraldo, arancione, rosso e check.
Nasce così il Minieskimo. Un capo che io trovo bellissimo e funzionale.
Lo si può utilizzare in pieno inverno (è caldissimo) ma sfoderandolo diventa indossabile anche in primavera, soprattutto se si opta per un colore vivace.
E' stato riproposto per questa stagione invernale in arancione e devo ammettere che, malgrado non sia assolutamente tra i miei colori preferiti, ha il suo perché!
Come mai son finita a parlare dell’Eskimo e del ’68? Vi spiego.
Qualche giorno fa, mercoledì 1 Dicembre, ero a Bari per “ imbucare lo statino” (metodo ottocentesco per prenotarsi agli esami, d’altronde a noi studenti di Lettere piace mantenere le tradizioni!).
Arrivo nei pressi del mio Ateneo e vedo striscioni, ragazzi con gli altoparlanti in mano, sento le loro urla, bloccano il traffico, sono fermi al centro della strada e protestano contro la riforma della Gelmini.
Le porte dell’università sono chiuse con catene, qualche ragazzo è barricato dentro, nessuno entra, nessuno esce.
Tutto questo, per dirvi cosa?
Per dirvi che in treno, sulla via del ritorno, ho ripensato ad un libro che avevo studiato tempo fa per un esame di Letteratura Italiana, ho pensato al fatto che le scene di quella mattina mi avevano riportato alla mente quello che il mio professore, a lezione, ci descriveva come un’"UTOPIA CONCRETA”, ossimoro, questo, che secondo lui rendeva al meglio la situazione di quei tempi.
Ho ripensato ai miei compagni d’università, li ho immaginati tutti con l’Eskimo addosso, donne e uomini, li ho immaginati a colori, non in bianco e nero e mi sono resa conto di come il tempo passa, ma i problemi ritornano sempre uguali a loro stessi, solo con delle varianti.
I sessantottini di oggi? Con l’I pad in mano e un eskimo colorato addosso!
St.efania
Brava Stefy..bell'articolo, l'Eskimo promosso a pieni voti! Te come lo abbineresti? proponici un outfit!
RispondiEliminaLicia ti ringrazio, sono contenta che ti sia piaviuto e sono ancora più contenta che qualcuno abbia finalmente lasciato un commento su uno dei miei articoli. LA MODA NON E' FATTA SOLO DI BELLE FOTOGRAFIE... Un bacio
RispondiEliminaModa-Cultura-Storia, davvero un bell'abbinamento!!
RispondiEliminagrazie tesoro.....
RispondiElimina...il mio articolo preferito, in assoluto. Ironico, ben scritto, conciso, chiaro, dritto al punto, piacevole, e dimostra anche che chi scrive sa come va il mondo. Devo dire che mi hai convinto a comprarla, questa pecora...
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